Soliloquio
immaginario sul patibolo
Non ti creare troppi scrupoli,
Romoletto. E’ solo una puttana.
Anzi una puttanella… è così giovane… Mi hanno detto che si chiama Porzia e
ha diciassette anni. Mi hanno anche raccontato la sua
storia.
Porzia Corradi, di
agiata famiglia perugina del 1600, all’età di 15 anni fu data in sposa a Dionisio Dionigi, un rozzo,
iracondo quarantenne
capitano delle milizie
del cardinale Aldobrandini. Fu
un matrimonio di convenienza come molto spesso succedeva nei ceti medio-alti
con lo scopo di rafforzare o creare alleanze politiche od economiche tra le
famiglie. Lasciata quasi sempre
sola dal marito, che prestava servizio a Roma, si innamorò di un giovane della
città, Roberto Valeriani, e fuggì con lui a Orbetello, nello Stato dei Presidi,
insieme a due amici, Astorre Coppoli e Ettore Anastasi ed altri che avevano
favorito la loro relazione
Cara Porzia gli errori si pagano. E’
inutile che ora tu pianga e ti disperi.
Dovevi pensarci prima. Che credevi, di piantare tuo marito e
di scappartene con l’amante, Roberto mi pare si chiamasse, e che tuo marito –
buono quello – ti avrebbe perdonata? Pensavi che gli altri avrebbero detto: ma
si… l’amore, l’amore… capiamoli questi piccioncini, hanno scelto di volare.
Ma via Porzia, l’amore doveva proprio
averti rovesciato il cervello. Oltretutto con un marito come quello, di nobile
famiglia, intima di Sua Santità il Papa, ti metti a fare una cosa simile?
Il cardinale Aldobrandini era nipote del papa Clemente VIII. Questi governò lo Stato Pontificio con pugno di ferro, in perfetta sintonia con lo spirito della Controriforma e dell'Inquisizione allora imperanti, dimostrandosi inflessibile ad ogni forma di sgarro alla fede ed ai costumi. Egli decretò tra l’altro 30
condanne a morte, tra cui quella al rogo del filosofo Giordano Bruno e la
decapitazione della nobildonna Beatrice Cenci.
E che pensavi, che Sua Santità sarebbe
passato sopra un simile sacrilegio, con il Dionisi che lo assillava perché
potesse vendicare l’onta subita?
Ma poi, dico io, unirti a quella banda
di sciagurati senza cervello e scappare con loro … Follia, follia…
Sei proprio ingenua Porzia. Se proprio
volevi un amante dovevi chiuderti in casa e startene zitta zitta. Qui in città
ce ne sono tante che fanno così.
Ad
aggravare la situazione del gruppo dei perugini ci fu l’uccisione accidentale
da parte di uno dei due amici di Roberto, Astorre Coppoli, di un innocuo
passante. Il
Coppoli, dopo aver accompagnato di notte Roberto ad un incontro amoroso, si era
seduto ed addormentato sui gradini di una casa di fronte. Il proprietario,
rientrando a casa e inciampando sul corpo di lui, aveva estratto istintivamente
la spada. Il Coppoli, svegliatosi di soprassalto e pensandosi aggredito lo
aveva allora ucciso. Resisi conto della gravità dell’accaduto Roberto ed i suoi
amici avevano deciso di fuggire. Porzia, per non perdere l’innamorato, si era
allora unita a loro.
Ma via Porzia… al mondo ci vogliono
delle regole.
Ci pensi che sarebbe il mondo se tutte facessero come te. Un
casino sarebbe, un casino. Non siamo mica animali. Una donna non può alzarsi un
giorno e dire: beh, oggi cambio marito. Una donna deve essere fedele per tutta
la vita all’uomo che sull’altare l’ha presa in moglie.
Bene ha fatto Sua
Santità a infliggerti una punizione esemplare. Quando ci vuole, ci vuole. Magari… forse … una punizione più
leggera poteva bastare…
Dice: ma tutti gli uomini hanno amanti
e a loro nessuno dice niente.
E ci mancherebbe! Gli uomini possono e
le donne no, è una legge di natura, cara Porzia, non puoi farci niente.
E smettila di piangere… Io ho una figlia che ha pressappoco la
tua età. Che credi che io mi diverta a fare quello che sto per fare? Mi c’hanno
costretto. Io sono solo uno che lavora per mandare avanti la famiglia. E’ un
lavoro schifoso, lo so. Io non ho amici. Gli uomini si toccano quando mi
incontrano, le donne si voltano dall’altra parte, ma qualcuno lo deve pur fare.
E poi pagano bene.
Certo, quando si tratta di ladri o
assassini è una cosa, ma quando si tratta di giovinette come te è un’altra. E
poi perché? Per un amore sbagliato…
Dice: ma sempre amore è… Tu sei mai
stato innamorato? Allora dovresti sapere che l’amore è una magia che ti mette
le ali e ti fa volare in alto… in alto, al di sopra di tutto, scordandoti di
tutti…
Ma per favore … E smettila di piangere.
E poi se Sua Santità dice che bisogna
fare così, noi pecorelle ignoranti, dobbiamo farlo. Sua Santità sa il fatto
suo. Lui non sbaglia mai. E’ infallibile.
Dice: però nel Vangelo Lui ha
perdonato all’adultera...
Ma che discorsi sono? Noi non siamo
come Lui. Noi siamo solo uomini, siamo fatti di carne… e poi erano altri tempi. Sua Santità sa quello che fa.
Io però non ce la faccio più. Comincio
ad essere vecchio. Mia moglie dice che sto diventando un rammollito…
Lo sai Porzia, potresti essere mia
figlia. Come faccio io a fare quello che sto per fare… Sei così giovane … e così bella… Io non ce la faccio più. Chiederò che
mi diano un altro lavoro. Qualunque lavoro. Mi mettano pure a pulire le strade…
E smettila di piangere… per favore.
Però Santità, mi permetta, quando Lei
emana le sue sentenze – giustissime per carità – seduto su una poltrona di
velluto davanti ad una scrivania dorata, venga qualche volta qui su questo
patibolo sporco di sangue accanto a me. Allora forse…
E lo faccia soprattutto quando si
tratta di condannati come Porzia, come questa ragazza che paga con la vita un
amore sbagliato
Porzia,
Roberto e gli altri che si erano rifugiati ad Orbetello, dove avevano dimorato
per circa un anno, furono estradati e riportati a Perugia. Là furono sottoposti
ad un sommario processo-farsa e condannati.
Il
primo ad essere torturato fu un ragazzino che aveva fatto da tramite con
bigliettini per gli incontri dei due amanti. Venne sottoposto alla tortura della corda
che consiste nel sollevare il condannato per le mani legate dietro alla schiena
finchè le braccia si disarticolano dal corpo.
La servetta e una
venditrice di erbe, che avevano favorito gli incontri dei due amanti, vennero
denudate e fustigate pubblicamente in Piazza Grande.
Il primo ad essere
giustiziato fu Roberto Valeriani, che fu impiccato in Piazza Grande ai piedi
della scalinata del Duomo.

La piazza dove fu eretto il patibolo
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Stessa sorte subirono poi due servi e un povero
contadino la cui unica colpa era di aver portato degli ortaggi ai fuggiaschi.
Su uno dei due servi pesava l’aggravante di aver preso in giro il Pontefice
durante una festa di Carnevale.
Ai due amici di
Roberto, Astorre Coppoli ed Ercole Anastasi, che avevano organizzato la fuga,
essendo nobili, fu riservato il trattamento di favore di essere decapitati .
Porzia fu impiccata per
ultima. Per l’esecuzione il
fratello le aveva fatto indossare una ricchissima veste rossa di Damasco con pizzi
d'oro perché non facesse fare brutta figura alla famiglia e dimostrasse il
proprio ruolo e la propria dignità.
Il marito assistette
alle esecuzioni affacciato ad una finestra di un palazzo davanti al patibolo.
Era il 21 febbraio del 1600, anno proclamato Santo dal Pontefice.
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